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CLOUD & DEVOPS
Red Hat Summit 2025: concretezza, innovazione e uno sguardo al futuro del cloud-native
event 03/06/2025
I nostri colleghi Agostino Leoni, Stefano Marfella e Tommaso Macchioni hanno partecipato al Red Hat Summit 2025, tenutosi a Boston: uno degli appuntamenti più rilevanti a livello globale per l’ecosistema open source enterprise.
Un evento che ha saputo distinguersi per la concretezza dei contenuti e per una visione estremamente pragmatica su come affrontare le sfide tecnologiche del presente.
Due temi al centro della scena: AI e virtualizzazione
L’edizione 2025 ha posto l’accento su due direttrici principali: intelligenza artificiale e virtualizzazione. Due ambiti ormai imprescindibili per chi costruisce infrastrutture IT moderne e scalabili.
La crescente attenzione verso la virtualizzazione è anche figlia del contesto di mercato attuale, in cui molte organizzazioni stanno cercando alternative valide a soluzioni tradizionali, per ottimizzare costi e garantire maggiore flessibilità.
Le principali novità annunciate
Durante il summit sono state presentate diverse evoluzioni tecnologiche di rilievo:
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Red Hat Enterprise Linux 10
La nuova major release di RHEL spinge ancora più in là l’integrazione con ambienti cloud e containerizzati. Spiccano il supporto nativo per workload di intelligenza artificiale, nuove funzionalità di sicurezza avanzata – tra cui la post-quantum cryptography – e ottimizzazioni pensate per rendere RHEL una piattaforma di riferimento per l’elaborazione AI in ambito enterprise. -
Red Hat AI Inference Server
Una piattaforma progettata per semplificare il deployment di modelli AI, migliorando l'efficienza nell’utilizzo dell’hardware e facilitando la gestione dell’inferenza su larga scala. Uno strumento pensato per integrare al meglio l’AI nei processi aziendali. - LLM-d (Large Language Model distributed inference)
Un progetto open source, Kubernetes-native, pensato per abilitare l’inferenza distribuita di modelli linguistici di grandi dimensioni. Nasce per supportare scenari produttivi complessi, mantenendo coerenza con l’approccio cloud-native che caratterizza l’intero ecosistema Red Hat.
Virtualizzazione sempre più integrata con il cloud ibrido
Anche il fronte della virtualizzazione ha visto importanti sviluppi. Red Hat Virtualization si arricchisce di nuove funzionalità e, oggi, supporta nativamente i principali cloud provider – inclusi Microsoft Azure e Oracle Cloud.
L’obiettivo è chiaro: rendere la virtualizzazione parte integrante dell’ambiente OpenShift, permettendo la coesistenza e l’orchestrazione fluida di macchine virtuali e applicazioni containerizzate all’interno di un’unica infrastruttura ibrida.
Una direzione che conferma l’intento di Red Hat di offrire una piattaforma unificata e flessibile, in grado di accompagnare le organizzazioni nel loro percorso di modernizzazione.
Un momento di scambio, ispirazione e strategia
Partecipare al Red Hat Summit significa molto più che assistere a presentazioni tecniche: è un’occasione per condividere esperienze, ascoltare visioni e connettersi con una community internazionale di professionisti, sviluppatori e innovatori.
Torniamo da Boston con uno sguardo ancora più nitido sul futuro del cloud-native e con la conferma che le tecnologie open source sono – oggi più che mai – un motore strategico di innovazione. Continueremo a investire nella formazione, nella ricerca di soluzioni sostenibili e nell’adozione di strumenti in grado di generare valore concreto per i nostri clienti.